Gli impianti per diffusione radio e televisiva (RTV) trasmettono onde elettromagnetiche a radiofrequenza con frequenze comprese tra alcune centinaia di kHz e alcune centinaia di MHz.
Esistono diversi sistemi: Radio digitale (DAB) | Televisione digitale terrestre (DVB-T)
Diversamente dalle SRB, le RTV sono per lo più ubicate in aree collinari, al di fuori dei centri abitati e si caratterizzano generalmente, rispetto a queste ultime, per le potenze in ingresso assai più elevate, che possono raggiungere anche valori dell´ordine delle decine di chilowatt. Tali apparati non hanno infatti una diffusione capillare sul territorio, dovendo diffondere il segnale su aree mediamente estese, con bacini di utenza che spesso interessano anche il territorio di più province. La qualità del segnale e quindi l´ampiezza dell´area di copertura sono proporzionali alla potenza di trasmissione.
Sul mercato opera un numero consistente di emittenti radiofoniche e televisive, sia per servizio pubblico (reti statali RAI, radio e tv, gestite dalla società Raiway S.p.A.), che private; queste ultime possono avere ambito di diffusione nazionale o regionale/locale e carattere commerciale o cosiddetto comunitario (es. emittenti di associazioni e comunità religiose o culturali).
Le frequenze di funzionamento per i sistemi analogici variano per le radio negli intervalli da 155 a 26100 kHz (radio AM, a modulazione di ampiezza, meno diffuse e distinte in: onde lunghe OL: 155-285 kHz, onde medie OM: 525-1606 kHz, onde corte OC: 3950-26100 kHz) e da 87.5 a 108 MHz (radio FM: a modulazione di frequenza, banda commerciale) e da 50 MHz a 870 MHz per le televisioni (canali da A ad H: 50-230 MHz nelle bande VHF I-II-III e canali da 21 a 69: 470-870 MHz nelle bande UHF IV e V).
I sistemi trasmissivi radiotelevisivi possono essere costituiti da una singola antenna o più frequentemente da più antenne distribuite su schiere di elementi, dette cortine o facce, diversamente orientate nello spazio, a formare sistemi d´antenna complessi.
Le antenne degli impianti televisivi sono di norma costituite da pannelli singoli o in combinazione tra loro, mentre le antenne radiofoniche sono tipicamente costituite da elementi lineari (antenne filiformi), anch´esse in genere a schiera.
Come nel caso delle SRB, le installazioni radiotelevisive possono alloggiare, oltre ai sistemi trasmittenti, anche antenne con funzione di collegamento punto-punto (ponti radio), ed una singola installazione può ospitare più impianti di diverse emittenti (co-siting). Installazioni di soli ponti radio radiotelevisivi si ritrovano frequentemente all´interno dei centri abitati, in genere in corrispondenza degli studi di trasmissione.
I siti radiotelevisivi, soprattutto quelli di una certa rilevanza, come i siti nazionali individuati dall´Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni all´interno dei Piani nazionali di assegnazione delle frequenze radiotelevisive, sono spesso costituiti da raggruppamenti di tralicci situati a breve distanza l´uno dall´altro. Gli stessi siti possono essere sfruttati anche da installazioni di telefonia mobile.
Gli impianti radiotelevisivi, per le loro caratteristiche emissive ed in particolare per le potenze impiegate, costituiscono, se installati in vicinanza di ambienti abitativi o comunque frequentabili dalla popolazione, le sorgenti di inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza più critiche per l´entità dei campi elettromagnetici generati, pur essendo minore la percentuale di popolazione coinvolta dall´esposizione rispetto alle installazioni di telefonia mobile, per la loro diversa distribuzione sul territorio. L´allarme sociale associato alla presenza di tali impianti risulta spesso più contenuto rispetto a quello provocato dalle SRB; tuttavia, per quanto sopra esposto, il loro impatto ambientale non deve essere trascurato.