Il diritto del minore ad essere tutelato da immagini e video non adatti.

Categories I genitori devono sapere, socialePosted on

Questo diritto troppo spesso negato è quello che ci ha spinto a creare questo progetto (sicurezzaminori.org).
Negli incontri con i genitori, con gli insegnanti o nei nostri articoli è sempre presente una vena triste/polemica riguardante la tutela da immagini e video non adatte ai minori.
Non dobbiamo pensare subito a materiale pornografico altro enorme problema già affrontato, e che potrebbe minare la concezione di sesso, sessualità e/o di amore che andranno a formarsi nel ragazzo, bensì a materiale che potrebbe sembrare innoquo, agli occhi di un genitore non consapevole o addirittura goliardico o ironico.
Abbiamo fatto un articolo che mostra le similitudini tra il reato di abbandono di minore e l’abbandono di un minore nel web. LINK ARTICOLO
Come qualcuno saprà è la persona o la società che pubblica il video su Youtube che ha la possibilità di impostare l’età a cui sarà accessibile il video.
Perciò come spiegato già infinite volte: non è possibile acconsentire al trattamento dei dati personali prima dell’età di 14 anni in Italia senza un parental control correttamente configurato, prima di questa età non è possibile avere una mail, senza mail non si puo’ inizializzare nè un cellulare nè iscriversi a nessun servizio social o di messaging.
La responsabilità civile della navigazione del minore è sempre del genitore.
Ci siamo imbattuti in un paradosso, ovvero moltissimi video su Youtube che insegnano come aggirare il blocco dell’età di Youtube. Curioso che queste piattaforme che salgono alle cronache per non definirsi editori e non pagare le tasse come editori ma poi effettuano censure come se fossero editori e con la loro tecnologia futuristica non riescono a monitorare che proprio sulla loro piattaforma vengono pubblicati video su come aggirare il blocco dell’età….e sotto questi video commenti e discussioni su altri modi e servizi terzi che si possono usare per aggirare questi blocchi.
Evidenziamo che le decine di servizi web che permettono di scaricare un video da Youtube sul proprio cellulare, lo fanno senza interessarsi dell’età di chi lo richiede.

Un ultimo esempio scelto per il concatenamento di video e personaggi coinvolti.
Vogliamo provare a dimostrare come sia facile per un ragazzo tramite, in questo caso, Youtube + Tik Tok, poter fare una ricerca tra i vari personaggi ed atterrare in posti non consoni.

Il nostro collegamento è Francesco Nozzolino + Rosario Muniz + Andrea Diprè.

Nozzolino tramite Tik Tok invita ad un evento i suoi followers in compagnia di Rosario Muniz

Qui possiamo vedere Rosario Muniz con Andrea Diprè

In fine uno dei tanti video di Andrea Diprè

Seguici su TELEGRAM o su FACEBOOK e condividi questo articolo con più persone possibili

Finestra sul mondo del web: dal diritto alla privacy per adulti e bambini alla privacy e alla sicurezza informarica con Greenpass e Immuni

Categories I genitori devono sapere, news, socialePosted on

Iniziamo con la privacy:

Durante i 12 anni della nostra attività, abbiamo potuto sincerarci che il diritto alla privacy non viene quasi mai percepito o reclamato.
Tutti i servizi che utilizziamo in forma gratuita possono esserlo solamente perché accettiamo di cedere informazioni personali, di nostra esclusiva proprietà, al gestore del servizio tramite la spunta in fondo a un’interminabile pagina di regole che spesso sono accettate senza essere lette. A volte queste regole si riferiscono all’uso dell’applicazione stessa come “quando e per quanto tempo la usiamo” o “cosa ci soffermiamo a leggere”. Altre volte acquisiscono informazioni come la nostra “posizione” o “con chi interagiamo “, informazioni chieste per migliorare il servizio. In entrambi i casi, questi dati sono spesso ceduti a terze società. 
Queste informazioni nel totale descrivono tutta la nostra vita. Soli, dietro ad un monitor o a un dispositivo, pensiamo, sbagliando, di poter fare qualsiasi ricerca in modo anonimo, soprattutto quelle che a volte ci vergogniamo anche a raccontare!  Questa profilazione, non dovrebbe essere tollerata. Non dovrebbe essere accettata dagli adulti, approdati al web in età avanzata con ‘capacità e libertà di scelta’ né dovrebbe essere accettata se non addirittura proibita per le nuove generazioni. Quello che ci domandiamo è: che libertà avrà un adulto nel 2030 che è stato targetizzato fin dall’età di 8 anni? Se noi adulti per primi cediamo ogni nostro dato non dando il giusto peso al diritto alla privacy come potranno i nostri figli avere una giusta visione dell’importanza di questo diritto se in più ci aggiungiamo l’esposizione a tutte le intelligenze artificiali che usano la scienza predittiva come mezzo per plagiare e modellare l’utente e il mercato del futuro?

Partendo dal diritto alla privacy vorremmo fare una riflessione su un argomento molto delicato e attuale come il greenpass.
 Quello che segue è un semplice ragionamento che ha l’intento di portare ad una riflessione più ampia che coinvolge privacy, sicurezza informatica e greenpass.

Da qualche mese è stato istituito un procedimento che si chiama greenpass che sarà attivo dal 1 Luglio 2021.
 Questa certificazione è stata strutturata nel rispetto della privacy per cui fra i dati sensibili sanitari non dovranno comparire informazioni come “guarigione”, “vaccinazione”, “tampone negativo”, dati che nessuno è tenuto a rilasciare.

La certificazione potrà essere cartacea o in forma digitale.

Quest’ultima modalità ha una maggiore sponsorizzazione perché di facile fruizione.  Ma ricordiamoci che tutto quello luccica non è oro!!! Per la gestione di questi dati infatti è stata scelta l’applicazione “Immuni” dopo che l’applicazione “Io” (applicazione governativa che detiene i dati bancari di chi ha usufruito del cashback) è stata bocciata dal garante della privacy per problemi riguardanti la sicurezza dei dati e di alcuni server esteri.

A parer nostro la scelta “alla meno peggio” è molto rischiosa. Non dovremmo dimenticarci che solo pochi mesi fa l’applicazione Immuni aveva dato molti problemi tanto da essere stata definita da molti un flop. E’ stata riscontrata una errata analisi dei contatti fra persone e l’impossibilità di dichiararsi positivi affinchè si potesse fare un’analisi dei contatti e questo nonostante sia Apple che Google abbiano fatto un importante aggiornamento software per riuscire a far dialogare fra loro i segnali bluetooth.

Dunque è stato deciso che questa applicazione diventerà l’App per avere un certificato digitale. Sono due le domande che le persone dovrebbero farsi: per avere un pass veloce a chi sto cedendo i miei dati sensibili sanitari? Cosa sto accettando per avere il certificato in forma digitale?

Non dimentichiamo che in più di un’occasione nel passato piattaforme e database hanno dimostrato di non essere sicuri ma anzi facilmente violabili. Basta leggere la notizia del furto dei dati sanitari completi (nome, cognome, P.Iva, stato vaccinale o no ecc…) dell’ordine nazionale degli psicologi.

https://www.cybersecitalia.it/vaccini-database-con-dati-di-74-milioni-di-italiani-in-vendita-a-5mila-dollari-il-caso/12064/

Inoltre molto probabilmente usando questa applicazione, si acconsente anche al tracciamento dei propri spostamenti e poco importerà se sarete in regola con il greenpass perché se il sistema Immuni vi segnalerà come contatto di un positivo (che sia vero o sia il risultato di un errore informatico) rischierete di finire in quarantena come specificato dall’istituto superiore di sanità:

https://www.iss.it/covid19-faq/-/asset_publisher/yJS4xO2fauqM/content/se-una-persona-vaccinata-con-una-o-due-dosi-viene-identificata-come-contatto-stretto-di-un-caso-positivo-bisogna-adottare-le-misure-previste-per-i-contatti-stretti-

E allora, libera scelta sempre, ma a seguito di queste riflessioni perché  se dovete recarvi ad un evento dove è necessario il greenpass non farselo stampare in farmacia invece di installare applicazioni con un non chiaro livello di sicurezza?

 

Seguici su TELEGRAM o su FACEBOOK e condividi questo articolo con più persone possibili

Cosa deve leggere un genitore nel 2021

Categories I genitori devono sapere, newsPosted on

Chi ci segue da anni saprà che monitoriamo la rete e cerchiamo di diffondere informazioni ai genitori e agli addetti ai lavori del mondo dell’infanzia. Oggi questo articolo vuole mettervi a conoscenza di una pubblicazione molto importante. Questa pubblicazione è moderna, dettagliata, con molte fonti a disposizione del lettore. Vogliamo dire che è una pubblicazione necessaria e che stavamo aspettando.

LA TRAGEDIA SILENZIOSA

di Ettore Guarnaccia

Come il digitale sta plasmando e minacciando le nuove generazioni
(ai tempi del COVID-19)

Negli ultimi 15 anni abbiamo assistito all’avvento e alla diffusione di massa di social network, smartphone e app. Nello stesso periodo, si è osservato un costante aumento di disturbi psicologici, depressione, ansia e suicidi, soprattutto fra i più giovani.

Non è un caso.

In un post, che è stato letto da oltre 20 milioni di persone, la psicoterapeuta canadese Victoria Prooday ha definito questo fenomeno come “la tragedia silenziosa”. Abbiamo investito molto sull’evoluzione tecnologica, ma non abbastanza in cultura ed educazione digitale.

  • Cyberbullismo
  • incitamento all’odio
  • disturbi alimentari
  • autolesionismo
  • isolamento sociale
  • babysitter digitali
  • pedopornografia
  • adescamento online
  • fenomeni emulativi
  • ipersessualizzazione
  • dipendenza tecnologica
  • ludopatia da videogiochi
  • gioco d’azzardo

Quante altre prove ci servono per svegliarci?

Tutto questo ha delle conseguenze sulle persone, sia sul piano mentale che fisico, in particolare per bambini e adolescenti. Secondo uno studio condotto dalla San Diego State University, per gli adolescenti che passano almeno 5 ore al giorno con smartphone e altri dispositivi digitali, il rischio di sviluppare depressione e tendenza al suicidio aumenta del 71%. Inoltre, l’isolamento, il distanziamento fisico e le relazioni a distanza dovuti alla pandemia da Coronavirus, stanno aggravando ulteriormente il problema. Non è troppo tardi per intervenire, ma è urgente prendere coscienza di come il digitale stia plasmando e minacciando le nuove generazioni, per poterne insegnare un uso proficuo, responsabile, rispettoso e sicuro.

Prefazione di Massimo Mazzucco

Mio nonno nacque nel 1895 e morì nel 1980. Visse quindi praticamente per intero il secolo scorso. Nell’arco della sua vita ha assistito a tutte le più grandi innovazioni tecnologiche del Novecento. Mi raccontava sempre di quando, all’età di 15 anni, andava alla Piazza d’Armi di Torino ad assistere ai primi tentativi di volo di un monomotore a elica: quando non si schiantava a terra, quel trabiccolo improvvisato riusciva a compiere anche 5060 metri sollevato per aria. Anche l’avvento della radio mi è sempre stato raccontato da mio nonno come un evento eccezionale, con intere famiglie che si riunivano ad ascoltare in rispettoso silenzio i segnali gracchianti che uscivano dai primi ricevitori. E così fu per l’avvento della televisione, che a partire dagli anni 50 iniziò a tenere compagnia agli italiani in casa loro.

Ma la cosa che mi ha più colpito nei racconti di mio nonno era che queste evoluzioni tecnologiche arrivavano nello spazio di 1020 anni l’una dall’altra, e soprattutto procedevano lentamente, come dire “a misura d’uomo”. I trabiccoli che si alzavano in volo in Piazza d’Armi ci hanno messo decine di anni prima di diventare dei DC3 da trasporto passeggeri, e ce ne sono voluti altrettanti prima che questi DC3 diventassero dei Jumbo Jet. In altre parole, il progresso procedeva ad una velocità che l’uomo riusciva sempre a percepire, che riusciva a registrare, e alla quale riusciva quindi ad adeguarsi nel corso del tempo.

Oggi invece non è più così. Oggi il progresso tecnologico è talmente veloce che le stesse generazioni che hanno visto una nuova rivoluzione non riescono più a stare dietro a quelle seguenti. Il mio è un esempio classico. Avevo trent’anni quando acquistai il primo computer Commodore 64. Imparai immediatamente a usarlo e ho sempre fatto ampio uso dei personal computer fino a oggi. Ma nel frattempo le nuove tecnologie basate sui telefonini mi hanno completamente spiazzato, e non riesco più a stare dietro ad ogni evoluzione. Addirittura mio figlio, che di computer si intende, a volte è costretto a rivolgersi a suo figlio, che ha soltanto 10 anni, per comprendere certi meccanismi dei social più diffusi che lui stesso non capisce.

Mentre mio nonno ha potuto vivere quasi un secolo di evoluzione tecnologica alla quale ha potuto comodamente adattarsi nel corso del tempo, per le generazioni più recenti non è più così. Chi nasce oggi non ha più riferimenti con il passato, perché quei riferimenti per lui sono già obsoleti, e lui stesso non fa in tempo ad adattarsi ai riferimenti attuali, che già anche quelli sono ormai superati.

Nel momento in cui la velocità dell’evoluzione tecnologica supera la velocità di crescita interiore dell’uomo, quest’ultimo si ritrova spiazzato, senza più punti di riferimento rispetto al passato. Naturalmente, la mancanza di riferimenti tecnologici con il passato va di pari passo con la mancanza di riferimenti storicosociali, perché ormai la tecnologia è la nostra storia.

L’aspetto più agghiacciante dell’accelerazione tecnologica è proprio questo: un uomo che si ritrova totalmente in balia dello strumento che tiene in mano, e che non è quindi più in grado di conoscere il proprio passato e di decidere il proprio futuro.

Fra coloro che subiscono questa crescente difficoltà di stare al passo, ci sono i genitori di oggi, molti dei quali non conoscono i meccanismi che regolano Internet, i social network e i moderni strumenti di comunicazione digitale, e spesso si sentono esclusi dal mondo virtuale in cui si destreggiano i figli. Questi ultimi, quindi, non possono sviluppare una reale competenza tecnologica né a casa né a scuola, eccezion fatta per l’abile interazione con smartphone e app, e sono quindi in balìa degli effetti che le evoluzioni tecnologiche hanno inevitabilmente sulla loro vita presente e futura.

Se i genitori non sanno fornire le giuste competenze e raccomandazioni per un uso sicuro degli strumenti tecnologici, i figli si avventurano senza preparazione nell’universo digitale, completamente esposti alle tante minacce presenti in rete e ai rischi derivanti. Le conseguenze non sono del tutto individuabili se non con anni di studi e ricerche, ma le tante evidenze che abbiamo già oggi a disposizione tracciano un quadro molto preoccupante che richiede un importante investimento in cultura e consapevolezza.

“La tragedia silenziosa” è uno dei pochi testi nel suo genere, che consente di aggiornarsi a 360 gradi sull’esperienza digitale di bambini e adolescenti, approfondire i vari fenomeni e restare al passo con l’evoluzione tecnologica degli strumenti digitali. La lettura consente a genitori ed educatori di conoscere e comprendere i principali fenomeni e le più gravi minacce dell’esperienza digitale dei più giovani, insieme alle migliori contromisure da adottare e alle raccomandazioni da trasferire ai figli per prevenire conseguenze nefaste sulla loro reputazione e sulla loro salute psicofisica, o per affrontare al meglio situazioni di disagio e sofferenza già in atto.

 

Il libro è acquistabile in forma cartacea e digitale, a breve anche come audiolibro, oppure attraverso il sito dell’autore www.ettoreguarnaccia.com

Per acquistarlo: https://www.amazon.it/dp/B08QRKV94L/

ETTORE GUARNACCIA

Manager, padre, autore di libri, divulgatore ed educatore digitale.

Manager strategico certificato nel settore dell’information technology, della cybersecurity e della gestione del rischio informatico, opera come group director di uno dei più grandi gruppi bancari a livello internazionale. Esperto di leggi e regolamentazioni applicabili ai sistemi informativi e alla sicurezza, vincitore del premio “Cultura, innovazione tecnologica e sicurezza informatica” assegnato nel 2017 dal Clusit per la campagna aziendale di consapevolezza “Connessi e Consapevoli” e per aver saputo trasmettere valore umano. In precedenza è stato CISO e CIO di uno dei più grandi gruppi bancari italiani e information security officer della business unit Italy di un grande gruppo bancario internazionale.

Genitore di un ragazzo adolescente della generazione Z, dal 2014 è educatore in materia di fenomeni e rischi del digitale per volontariato e ha incontrato oltre 3.000 fra bambini e adolescenti, e oltre 1.000 adulti in eventi di sensibilizzazione in istituti scolastici e associazioni, e in radio e televisione, su temi legati al cyberbullismo, ai fenomeni social, alla sessualità online, all’adescamento dei minori, alla dipendenza dalla tecnologia e alla ludopatia digitale. Nel 2017 ha ideato il progetto “Generazione Z” per rilevare l’esperienza digitale dei minori e individuare i fattori di rischio correlati su un campione di oltre 2.000 soggetti da 8 a 18+ anni con un questionario di ben 100 domande.

Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro “Generazione Z – Fotografia statistica di una generazione ipertecnologica e iperconnessa” in cui ha rappresentato i risultati statistici del progetto e analizzato i principali fenomeni e rischi legati all’uso e abuso del digitale. Nel 2020 ha pubblicato il secondo libro “La tragedia silenziosa” dedicato agli effetti del digitale sulla società negli ultimi 15 anni, con particolare focus sulle nuove generazioni. La sua opera di divulgazione si svolge anche attraverso il suo blog personale www.ettoreguarnaccia.com.

Sul suo canale YouTube https://www.youtube.com/c/EttoreGuarnaccia sono disponibili tutti i video dei suoi interventi di presentazione dei libri e di sensibilizzazione.

Salvano le foto dei vostri figli e le caricano su siti per maniaci

Categories I genitori devono sapere, newsPosted on

Salve a tutti, ecco un altro articolo inedito da parte di sicurezzaminori.org.

Spesso riceviamo richieste del genere:

“Avete un video che possa far vedere a mio/a figlio/a per scoraggiarlo dall’uso dei social?”

Il nostro progetto non è rapportarci con i minori ma con i genitori e tutori di questi.

Ci sono progetti e associazioni che hanno un approccio psicologico per aiutare e recuperare casi.

Noi siamo informatici che con l’aiuto di avvocati facciamo luce su procedure tecniche per aiutare i genitori a prendersi la responsabilità delle azioni che i ragazzi compiono con i dispositivi.

Quello che non viene percepito come fondamentale è che una volta caricato un media (foto/video) in rete non è più nostro e se ne perdono le tracce e la capacità di rimuoverlo.

Le foto dei vostri bambini vengono scaricate e ricollocate in siti per pedofili e persone con tendenze morbose.

Purtroppo alcuni di questi siti sono anche in chiaro, un esempio è CutieGarden, che senza scrupolo né vergogna si palesa in chiaro con indirizzo raggiungibile da tutti.

Logicamente abbiamo fatto una segnalazione alla polizia postale.
Ma questo deve servire come monito ai genitori.

Più volte abbiamo raccontato la legge sul consenso della privacy under 14
Più’ volte vi abbiamo parlato di Pegi
Più’ volte abbiamo incoraggiato ad usare un parental control.

La frase più’ frequente che ci viene detta è:
“ Ma se mio/a figlio/a è l’unico senza dispositivo, verrà emarginato”
Che dire….siamo certi che un genitore sensibile al tema dell’emarginazione, avrà anche sensibilità verso i pericoli del web e si informerà come prevenirli.
Comunque questo vale anche per i genitori che hanno la condivisione facile di foto e video, li vediamo con i figli su Tiktok, su Facebook, con profili pubblici pieni di foto con bambini in costume da bagno…ecc.
Dobbiamo dare più peso alla privacy e alla cessione dei dati.

Whatsapp interviene il Garante della Privacy.

Categories news, socialePosted on

E’ notizia di oggi 14/1/2020:

“Il Garante ritiene che dai termini di servizio e dalla nuova informativa non sia possibile, per gli utenti, evincere quali siano le modifiche introdotte, né comprendere chiaramente quali trattamenti di dati saranno in concreto effettuati dal servizio di messaggistica dopo l’8 febbraio.”

Abbiamo ricevuto alcune mail dove genitori preoccupati per se e i propri figli ci chiedono cosa ne pensiamo riguardo alla ‘bufera’ della nuova policy di whatsapp.
Partiamo dicendo che al giorno d’oggi tutti ci fidiamo di società di servizi:

  • apple con Icloud, Trova il mio iphone
  • Google con gmail, Youtube, Drive, maps ecc)
  • Facebook con Whatsapp e Instagram
  • e tutte le App e i videogiochi ai quali ci logghiamo utilizzando le credenziali di uno dei servizi sopra citati senza investigare quali dati stiamo cedendo alle nuove app in installazione.

Per nostra esperienza diretta sul campo, alle persone non interessa la privacy, non interessa quali dati si trattengono i servizi gratuiti che usano, ma questa volta che il secondo uomo piu’ ricco del mondo fa un tweet molto lungo e pieno di informazioni (Use Signal) tutte le testate lo riprendono scrivendo tutto e il contrario di tutto.

Abbiamo ricevuto messaggi su whatsapp “Addio amici, da domani mi troverete qui….”
E’ vero, l’8 febbraio whatsapp aggiornerà la policy dell’applicazione e sarà un aggiornamento diverso tra Europa e resto del mondo.
Per quanto riguarda l’Italia e gli altri paesi dove vige il GDPR, il regolamento europeo per la protezione dei dati personali, una delle leggi sulla privacy più avanzate del mondo, non sono state fatte grandi modifiche riguardo alla privacy, ma lo stesso il Garante della Privacy è entrato nel mezzo.
Sono state cambiate solo alcune regole sulla sezione di WhatsApp per i negozianti e i servizi commerciali: dovrebbero consentire alle aziende di comunicare con i loro clienti tramite WhatsApp.

Perciò, invece di tirare un sospiro di sollievo e pensare di essersi fatti spaventare da informazioni ballerine, mettete un focus sulla privacy. Continuate pure a utilizzare whatsapp ma riflettete sull’importanza dei vostri dati, soprattutto quelli dei bambini.

Sappiamo di alcuni professori delle scuole medie che spingono gli studenti (minori di 14) nell’uso di whatsapp per le comunicazioni scolastiche studenti/professori. La motivazione dietro questa scelta sta nell’immediatezza del passaggio di informazioni ma ciò non toglie che stiano violando le regole di privacy e tutela dei minori. Sensibili all’argomento stiamo organizzando delle diffide al fine di avvertire le dirigenze scolastiche che dovrebbero avere un maggiore interesse e solerzia a far rispettare le leggi senza che alcuni genitori attenti si debbano trovare nella brutta situazione di combattere per tutelare e ottenere la cura dei propri figli che in tutta questa storia diventano degli emarginati.

E tutto questo succede sapendo che gli insegnanti hanno un mezzo più che idoneo per comunicare con gli studenti…Classroom!

Per cui invitiamo i dirigenti e i professori a ripassare la legge sulla possibilità di acconsentire al trattamento dei dati per i minori di 14 anni.

Whatsapp non puo’ essere installato prima dei 14 anni se non su un dispositivo provvisto di parental control e con il consenso dei genitori.

Vi alleghiamo 2 articoli che consigliamo di leggere sulla questione signal-whatsapp che condividiamo.

https://www.ilpost.it/2021/01/12/whatsapp-privacy-facebook/

https://www.ilpost.it/2021/01/13/signal-app-messaggistica/

The Social Dilemma – Da vedere –

Categories socialePosted on

Il 9 settembre 2020 esce in italia sulla piattaforma Netflix il documentario The social dilemma. Per gli abbonati netflix a questo indirizzo.
Abbiamo già letto decine di impressioni e giudizi sul filmato e vogliamo aggiungere la nostra.

Abbiamo già letto decine di impressioni e giudizi sul filmato e vogliamo aggiungere la nostra.

Trovandoci quotidianamente faccia a faccia con persone parzialmente o completamente digiune di consapevolezza informatica, crediamo che questo documentario sia essenziale per capire lo stadio avanzato raggiunto da queste piattaforme.
Ipotizzando che un 25% del raccontato sia stato romanzato o impoverito di concetti tecnici per semplificarne la fruizione popolare, siamo felici che certi argomenti siano toccati da piattaforme considerate mainstream dall’ascoltatore e che, come vedrete poi, fanno parte dello stesso gioco.

Sono intervistati ingegneri informatici e manager delle più grandi piattaforme mondiali come Youtube, Twitter, Facebook, tutti licenziatisi per motivi etici.

 

VIENI A DISCUTERNE SUL NOSTRO CANALE TELEGRAM. QUI

Condividi il nostro canale con qualunque genitore!!!

 

 

Ask.fm è una app pericolosa?

Categories I genitori devono saperePosted on

 

Ragazzi adolescenti e teenagers di oggi non hanno mai conosciuto un mondo senza Google e sono nettamente più esperti di tecnologia rispetto i loro genitori. Internet offre loro tantissime opportunità, alcune produttive, altre da perdi tempo, altre invece che nascondono pericoli davvero sconvolgenti, da non credere per uno che non li conosce.

Uno dei pericoli viene dal servizio social network Ask.fm, un sito di domande e risposte davvero popolare tra i ragazzi dagli 11-16 anni. Mentre come sito sembra innocuo, il grosso problema di Ask è che fomenta e incoraggia attività di bullismo digitale, dove chiunque può parlare male o con cattiveria di compagni di classe o altre persone in modo anonimo.

Sono notizie di cronaca alcuni suicidi di adolescenti provocati proprio dall’utilizzo che viene fatto di Ask.fm, che sembra scatenare davvero la cattiveria più becera delle persone.

Ask.fm funziona così: una volta che sono iscritto, posso creare un mio profilo un po’ come si fa con Facebook.

A questo punto altre persone possono farci delle domande personali a cui dovremo rispondere per descrivere noi stessi.

Il sistema è sicuramente intrigante e diventa un modo per fare domande alle persone ed agli amici che magari di persona non si chiederebbero.

Ask.fm permette anche di fare domande in forma anonima, senza far apparire il nostro nome. Rimanendo dietro l’anonimato diventa più facile fare domande intime o imbarazzanti. Ovviamente si può anche non rispondere, ma, come in ogni social network, se non si partecipa attivamente, diventa come non esserci. Con questo funzionamento, Ask può essere utilizzato facilmente per insultare le persone, per fare domande imbarazzanti, per rivelare segreti di amici e compromettere la loro reputazione nel reale. Questo è, niente di meno che, il Cyber-bullismo.

Un altro aspetto di Ask.fm è che da qui possono iniziare conversazioni private con sconosciuti che possono diventare pericolose, soprattutto per le ragazze più giovani ed inesperte.

Non ha una chat Ask, ma una domanda che viene fatta con molta frequenza è quella di chiedere il nome su Kik Messenger, l’app di chat in cui si può rimanere anonimi, che si accompagna perfettamente ad Ask.fm. Se tutti quelli che vogliono parlare male di una persona chattano privatamente su Kik e si mettono d’accordo su come colpire il bersaglio, il risultato può diventare davvero dirompente contro la vittima designata.

Da considerare inoltre che in Ask.fm la moderazione delle domande e il controllo delle risposte è quasi del tutto assente e che il profilo è sempre pubblico, senza possibilità di nasconderlo per mostrarlo solo agli amici. L’unica cosa che si può fare nelle impostazioni di privacy è di negare la possibilità di farsi fare domande anonime. fonte

 

NDR:
Ricordando a tutti le leggi dello stato italiano che prevedono che un minore di 14 anni non possa registrarsi a nessun tipo di servizio digitale(social network, whatsup ecc) e che la responsabilità sia in toto del genitore e che questo nel momento in cui avvenisse un reato (con l’uso del cellulare del minore) sarà chiamato in sede civile a dimostrare di aver fatto di tutto per impedire il reato.
E senza un parental control installato sarà impossibile iniziare una difesa.

Un social dove si fanno domande di ogni tipo, ha in possesso talmente tanti dati dell’individuo che lo usa, se pensiamo come scritto sopra che è un ‘ social ‘ da 11 a 16 anni…

Dobbiamo far nascere il senso di privacy nei nativi digitali!!! Anche se poi andiamo a vedere e capiamo che l’abbiamo persa anche noi (non nativi digitali) in cambio di servizi che spesso non ci servono.

ISCRIVETEVI AL NOSTRO CANALE TELEGRAM PER RIMANERE COLLEGATI

SEGUICI SU FACEBOOK

Tik Tok Che dati Salva sui suoi Server? E’ possibile Cancellarli?

Categories I genitori devono sapere, newsPosted on

 

Eccoci qua ad aggiungere un tassello di informazione sul social network Tik Tok.
In questo articolo abbiamo affrontato il discorso configurazione, abbiamo prodotto un video su come mettere in ‘ sicurezza ‘ la politica per una privacy ‘ adeguata ‘.
Vogliamo ribadire ed ampliare il concetto di CONFIGURAZIONE.
Questo discorso vale per adulti e bambini.
Ogni servizio ha la possibilità di essere configurato e da la possibilità di scegliere chi può’ vedere cosa.
Due banali esempi, ma neanche troppo, possono essere:
WHATSAPP nelle impostazioni (per accedervi: impostazioni – account – privacy) da la possibilità di scegliere chi può’ vedere: l’ultimo accesso, l’immagine del profilo, le info del profilo, i gruppi e lo stato.
Quindi se non attribuiamo ‘ I miei contatti ‘ a tutte le voci, chiunque abbia inserito il nostro numero nella propria rubrica accederà a questi dati. Visto che molti mettono (incomprensibile il motivo) la foto dei figli nel profilo whatsapp, questa sarà visualizzata e potenzialmente salvata da chiunque aggiunga il nostro numero in rubrica.
Esempio: posso vedere la foto della famiglia del mio idraulico con moglie e figlie in costume al mare perchè abbiamo il suo numero in rubrica (lui no il nostro) perciò lui avrà configurato ‘ CHI PUO’ VEDERE l’ IMMAGINE DEL MIO PROFILO su CHIUNQUE.
Su FACEBOOK è lo stesso, (impostazioni – privacy) possiamo scegliere chi potrà vedere cosa.
Riflettiamo sul fatto che un profilo configurato come pubblico e attivo dal 2008 mette a disposizione di estranei tutte le nostre foto, post, like, iscrizioni ecc… di 12 anni. Non riteniamo siano troppe informazioni da rilasciare al mondo? Direste a voce tutte queste cose ad un estraneo? Chissà…

Torniamo a TIK TOK.
Abbiamo letto tutta l’informativa sulla privacy che trovate qui.
Speriamo che venga letta nella sua completezza per farsi un’idea, ma noi vi riassumiamo i punti interessanti:

Tipi di dati personali che utilizziamo

Raccogliamo e utilizziamo le seguenti informazioni dell’utente:

Informazioni del profilo dell’utente.
L’utente ci fornisce determinate informazioni personali quando si registra sulla Piattaforma, tra cui nome utente, data di nascita, l’indirizzo email e/o numero di telefono, informazioni pubblicate sul proprio profilo e la sua fotografia o il suo profilo video.

Informazioni sui Contenuti dell’utente e comportamentali.
Trattiamo i contenuti generati dall’utente sulla Piattaforma, incluse le preferenze impostate (come la scelta della lingua), le fotografie e i video caricati e i commenti rilasciati dall’utente (“Contenuti dell’utente”). Raccogliamo informazioni attraverso sondaggi, gare e concorsi a cui l’utente partecipa. Raccogliamo anche informazioni riguardanti l’utilizzo della Piattaforma da parte dell’utente, ad es. le modalità di interazione con la Piattaforma, compreso il modo in cui l’utente interagisce con i contenuti che gli mostriamo, incluse le pubblicità, i video che guarda e i problemi riscontrati, i contenuti che gli piacciono, i contenuti che salva nei “Preferiti” e gli utenti che segue. Inoltre, deduciamo le sue preferenze, inclusi gli interessi, il sesso e l’età dell’utente allo scopo di personalizzare i contenuti. Utilizziamo le informazioni relative ai tuoi followers, ai like che ricevi e le risposte ai contenuti da te caricati, al fine di proporre i tuoi contenuti anche ad altri utenti e indagare se il tuo profilo presenta ulteriori opportunità per collaborazioni. Qualora l’utente acconsenta, utilizzeremo queste informazioni anche al fine di offrire pubblicità personalizzata e per proporti nuovi servizi e opportunità.

Informazioni tramite terzi.
L’utente può scegliere di condividere con noi determinati dati tramite terzi o mediante l’utilizzo della Piattaforma; potremmo raccogliere tali dati di terzi automaticamente. Ulteriori dettagli sulle informazioni che riceviamo da terzi sono disponibili di seguito:

Partner commerciali

Se l’utente sceglie di registrarsi per utilizzare la Piattaforma utilizzando i dettagli del proprio account di social network (ad esempio Facebook, Twitter, Instagram, Google), ci fornirà – o consentirà al suo social network di fornirci – il proprio nome utente e profilo pubblico. Analogamente condivideremo alcune informazioni con il social network pertinente ad esempio l’ID dell’app, il token di accesso e l’URL di riferimento dell’utente.
Per ulteriori informazioni sulla condivisione del proprio elenco di contatti di Facebook con noi, consultare Cercare altri utenti e invitare amici dell’utente.

Inserzionisti e circuiti pubblicitari
Utilizziamo le informazioni raccolte dall’utente e la sua interazione con la Piattaforma e altri siti di terzi per cogliere i suoi potenziali interessi per fornire pubblicità più pertinente (in caso di autorizzazione dell’utente). Questi dati ci forniscono informazioni sui siti web visitati, sulle app scaricate e sugli acquisti effettuati da parte dell’utente, affinché possiamo prevedere cosa proporre all’utente in futuro e valutare l’efficacia della pubblicità sulla nostra Piattaforma. Raccogliamo tali dati mediante l’uso di Cookie e tecnologie simili sulla nostra App e tramite informazioni simili ricevute da terzi che pubblicano annunci sulla nostra Piattaforma e sui siti visitati dall’utente.

Informazioni tecniche che raccogliamo sull’utente.
Raccogliamo automaticamente determinate informazioni dall’utente durante il suo utilizzo della Piattaforma, anche laddove si utilizzi l’App senza un account. Tali informazioni includono il proprio indirizzo IP, la propria cronologia di navigazione (ad esempio i contenuti visualizzati sulla Piattaforma), il gestore di telefonia mobile, le impostazioni del fuso orario, l’identificatore per scopi pubblicitari e la versione dell’app che si sta utilizzando. Raccoglieremo inoltre informazioni relative al dispositivo che l’utente sta utilizzando per accedere alla Piattaforma, ad esempio il modello, il sistema, il tipo di rete, l’ID, la risoluzione dello schermo e il sistema operativo del dispositivo. Quando l’utente accede da più dispositivi, saremo in grado di utilizzare le informazioni del suo profilo per identificare l’attività dell’utente su più dispositivi.
Posizione. Utilizziamo la “Regione geografica” selezionata dall’utente nelle Impostazioni per personalizzare l’esperienza dell’utente di TikTok. Se l’utente utilizza la Piattaforma su un dispositivo mobile, TikTok raccoglie informazioni relative alla posizione dell’utente. In alcune giurisdizioni, con il consenso dell’utente, raccogliamo anche dati GPS (Global Positioning System) e informazioni di geolocalizzazione del dispositivo mobile. Gli utenti che non intendono condividere la propria posizione con TikTok possono disabilitare i servizi di localizzazione dalle impostazioni del loro dispositivo mobile.

Per quanto tempo conserviamo i dati personali dell’utente

Conserviamo le informazioni dell’utente per tutto il tempo necessario alla fornitura del servizio in modo da poter adempiere ai nostri obblighi contrattuali e avvalerci dei nostri diritti in relazione alle informazioni in questione. Qualora non avessimo bisogno delle informazioni dell’utente per fornirgli il servizio, le conserveremo solo nel caso in cui la conservazione di tali dati si basasse su un nostro scopo commerciale legittimo. Tuttavia, ci sono occasioni in cui è probabile che conserveremo questi dati più a lungo in conformità ai nostri obblighi legali o laddove sia necessario per accertare, esercitare o difendere un diritto in sede giudiziaria.
Dopo che l’utente interrompe l’uso della nostra Piattaforma, conserveremo i dati dell’utente in forma aggregata e anonima.

Informazioni relative ai minori

TikTok non è rivolta a minori di 13 anni. Se si ritiene che siamo in possesso di dati personali raccolti da un minore, o relativi a quest’ultimo, si prega di informarci all’indirizzo privacy@tiktok.com.

RIFLESSIONI

Visto l’ultima dicitura al punto sui minori, ricordiamo che l’adeguamento italiano del 25 Maggio 2018 porta a 14 anni la possibilità di sottoscrivere il trattamento sulla privacy (come spesso detto lo troviamo una cosa assurda, visto che l’europa nel 2017 lo fissava a 16 anni e lasciava a ogni singola nazione il potere di valutare se sostarla. Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro della giustizia Andrea Orlando con firma di Sergio Mattarella la abbassarono a 14 anni.)

Abbiamo acquistato l’ebook nell’immagine di lato, Supponiamo che essendo lo scrittore americano non vigono le stesse regole ma recita così:

Perché sempre sulla privacy di TIK TOK leggiamo:

I dati personali relativi all’utente, da noi raccolti, saranno trasferiti e memorizzati in una sede al di fuori dello Spazio economico europeo (“SEE”).
La situazione tragicomica è che se vogliamo cercare come fare a cancellare tutti i nostri dati il link non funziona:


I diritti dell’utente:
Al verificarsi di determinate circostanze, l’utente godrà di diritti in relazione alle proprie informazioni quali il diritto alla cancellazione, il diritto di accesso e il diritto alla portabilità. Per piu informazioni, clicca qui.”
Ma sulle parole clicca qui non c’è nessun link.
Ma noi abbiamo già scritto alla divisione privacy di Tic Tok evidenziano la ‘ svista ‘ e chiedendo l’immediato ripristino del link.

Abbiamo incontrato Daniele Mugnaini – Responsabile del Servizio di Neuropsicologia per il Benessere dello Studente – RetePAS

Categories I genitori devono sapere, socialePosted on

 

Il 5 Novembre 2019 abbiamo partecipato all’incontro presso la biblioteca di Scandicci dove si è tenuto l’incontro ‘ Bambini e mondo digitale ‘.
L’incontro era tenuto dal dottor Daniele Mugnaini.
Essendo noi tecnici informatici che collaborano constantemente con studi legali, siamo stati veramente contenti di incontrare un professionista di questo calibro attivo, sensibile e competente del lato più delicato della problematica che puo’ nascere con l’abbandono del minore in rete.
Anche in questo incontro siamo venuti a contatto di un buon numero di genitori interessati alla protezione dei dispositivi dei propri figli.
Questo ci da speranza, perchè là fuori ci sono centinaia se non migliaia di bambini senza tutela abbandonati con dispositivi senza alcun controllo e questo puo’ essere veramente pericoloso.
Ricordiamo che google mette a disposizione una app gratuita per monitorare e regolamentare l’uso del dispositivo del minore, ne abbiamo parlato in questo articolo.
Come ricorda lo studio legale dell’avvocato Guelfo Salani, che ci affianca da quando abbiamo iniziato questo lavoro di informazione, la legge sta andando verso l’equiparazione del bullismo allo stalking e dobbiamo stare tutti vigili su abitudini che i ragazzi potrebbero fraintendere come scherzi.

 

 

Abbiamo posto 5 domande al professore:

-Parlando con i genitori notiamo che nonostante ci siano delle regole familiari sull’uso dei dispositivi (cell, tablet, televisione), queste regole non sono fatte rispettare nella stessa misura dai nonni che spesso hanno in custodia i nipoti per molte ore al giorno.

 

D1: Come possiamo aiutare i genitori a far percepire l’importanza dalle regole ai nonni?

R1: E’ difficile. I nonni, che hanno difficoltà a collaborare con le regole che i loro figli danno ai nipoti, arrivano a fare le cose di nascosto coi nipoti (“…ma non lo dire al papà e alla mamma”): terribile! Penso che, in quei casi, dobbiamo chiedere ai genitori di organizzarsi in modo tale da comprendere bene quali sono i criteri a cui i nonni non intendono rinunciare. Potrebbero essere: 1) “il bambino deve intrattenersi da solo (infatti non ho le energie per occuparlo in modo divertente)”, 2) “il bambino ha il diritto di fare quello che fanno i suoi amici”, “i nonni non possono essere pesanti e odiosi”. Una volta compresi i punti fermi dei nonni, i genitori dovranno organizzarsi di conseguenza, ad esempio 1) trovare passatempi-solitari alternativi ai nuovi media, o 2) promuovere forme di socializzazione con bambini che sanno giocare ad altro (anche quando ci sono i nonni a supervisionare).

 

-Durante l’incontro “Bambini e mondo digitale” avvenuto il 5 novembre 2019 presso la Biblioteca di Scandicci, è stato toccato l’argomento ‘ tik tok ‘, il social cinese che ha spopolato nel mondo.(configurazione di sicurezza tik tok)
Molti dei video realizzati dai ragazzi hanno di base la “volontà esibizionistica” o “l’attrazione sessuale” che portano alla facile condivisione (video virali di cui si perde ben presto il controllo) e al collezionare LIKE che sono il mezzo moderno di accrescimento di un’autostima virtuale che poco ha a che fare con quella reale ma che incide in maniera forte sulle vite dei giovani.
Da tenere sotto controllo anche il “lavoro” di camgirl che guadagna gettoni spogliandosi che poi vengono convertiti in soldi

 

D2: Potrebbe un social come TIK TOK far abbassare il livello di percezione di pericolosità dell’esposizione di sé al mondo?

R2: Assolutamente sì. In psicologia, il meccanismo è noto come “tecnica del piede nella porta” (foot-in-the-door technique) e consiste nell’aumentare la possibilità che qualcuno faccia una certa cosa (percepita come rischiosa) facendogli prima una richiesta più piccola. In questo caso la richiesta minore è “esibisciti tramite webcam come una ballerina della tv (…e non ti succederà niente)”; poi verrà la richiesta impudica.

D2_1: L’assuefazione dal continuo bisogno di compiacimento potrebbe favorire la sostituzione dei LIKE con i GETTONI, creando una nuova dipendenza (autostima/guadagno)?

R2_1: Mi pare un’ottima intuizione. E’ un’escalation conosciuta per tutte le altre “modalità di consumo” che creano dipendenza. Si pensi solo al passaggio dalla sigaretta alla canna e alla pasticca, da un bicchiere di alcol allo sballo.

 

– In Sicurezzaminori ci siamo accorti che passare informazioni non basta ma c’è bisogno di alzare la percezione di “rischio” che è molto bassa perché parliamo di ambienti virtuali.

 

D3: Pensi che sia giusto questo approccio? Se sì come lavorare sugli utenti per non fare terrorismo psicologico ma informare/formare e invogliare a partecipare?

R3: Che dire delle immagini scabrose sui pacchetti di sigarette e tabacco: terrorismo psicologico? No, il concetto è che il pericolo si misura “gravità X probabilità di occorrenza”: è necessario conoscere la gravità di certe conseguenze! Inoltre oggi il problema sta nell’introduzione di nuovi strumenti e mezzi di cui non abbiamo esperienza per cui non ne conosciamo i rischi (né la gravità né la probabilità). E’ perciò necessario conoscere la gravità di alcune conseguenze indesiderate.

 

– Google fissa con lo stato italiano l’età di 14 anni per avere una mail personale:

https://support.google.com/accounts/answer/1350409?hl=it

Il gdpr italiano dal 2018 fa scendere a 14 anni dai 16 che la comunità europea fissa per l’accettazione al consenso della privacy.

 

D4: Pensi che un 14enne sia in grado di decidere se cedere i suoi dati ed essere profilato come un adulto per il resto della sua vita?

R4: La letteratura scientifica è chiara: di fronte al “brivido emotivo” delle possibilità che vanno aprendosi con determinati mezzi, il cervello dell’adolescente perde di lucidità. Se poi entrano in gioco pressioni sociali (ad es. con l’idea che “tutti lo fanno”) le scelte sono ulteriormente impulsive e azzardate.

 

– Durante gli incontri con i genitori ci siamo resi conto che è più semplice informare e formare i genitori i cui bambini non usano ancora i dispositivi nel quotidiano (bambini alle scuole primarie) invece che istruire genitori con figli più grandi. I genitori di figli preadolescenti o adolescenti che già usano i dispositivi non riescono a metter in atto le buone pratiche in quanto dovrebbero convincere i propri figli a rinunciare a privilegi (di tempo, modalità e qualità di accesso alla rete) accordati precedentemente quando non erano sufficientemente informati. Inoltre, preadolescenti e adolescenti non rinunciano facilmente a privilegi e/o comportamenti che ritrovano come normali fra i loro coetanei.

 

D5: Se da un punto di vista tecnico possiamo offrire consulenza cosa può ai genitori di adolescenti già connessi?

R5: Ci vuole tempo e motivazione alla riflessione. Forse sarebbero utili percorsi di tre incontri con genitori e adolescenti assieme, e professionisti psicologi che tematizzino argomenti come quelli trattati nell’incontro a Scandicci. Sono percorsi che richiedono tempo. Anche le scuole dovrebbero pensare a dei percorsi di formazione (di formazione docenti prima, e didattici dopo).

 

 

Daniele Mugnaini

Psicologo

Responsabile del Servizio di Neuropsicologia per il Benessere dello Studente – RetePAS

Coordinatore delle attività abilitative del Centro per i Disturbi di Spettro Autistico PAMAPI – Firenze

https://www.retepas.com/ambulatori/doclist/docdetail-2/?id=278

https://www.ibs.it/erosi-dai-media-trappole-dell-libro-vari/e/9788821570384?lgw_code=1122-B9788821570384

https://www.macrolibrarsi.it/autori/_daniele_mugnaini.php


Tik Tok configuriamolo per una maggior sicurezza per i ragazzi

Categories I genitori devono sapere, newsPosted on

Dopo richieste pervenute sul nostro sito, abbiamo deciso di realizzare un piccolo video per aiutare a configurare il social Tik Tok e per dare modo ai genitori di verificare le impostazioni dei social ai quali hanno dato il consenso ad iscriversi ai loro figli.

Sembra scontato ma non lo è: Ogni social ha delle impostazioni sulla privacy ad esempio: ‘ chi puo’ vedere le mie foto ‘ ‘ chi puo’ contattarmi ‘ ‘ la scelta tra profilo pubblico o privato ‘ ecc.

Il 29 Ottobre un’istituto italiano ha mandato questa comunicazione alle famiglie dei propri studenti.
Inutile dire che quasta comunicazione è diventata virale, piu’ di una persona l’ha condivisa con noi…
Ci è sembrato doveroso contattare l’istituto per chiedere il permesso di pubblicarla sul sito, ma purtroppo il permesso ci è stato negato.
Ecco secondo noi un brutto esempio di divulgazione.
L’istituto sarebbe dovuto essere fiero per la sensibilità dimostrata verso un argomento così importante e tramite questa comunicazione in carta intestata rendere piu’ ufficiale la problematica.

 

 

VIDEO CONFIGURAZIONE PRIVACY TIK TOK

 

 

 

 

vedi anche:

Trap + Videogiochi Violenti + Balletti Erotici = Adolescenti Turbati