Cosa diciamo nelle conferenze di SicurezzaMinori

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Salve a tutti,

abbiamo pensato di raggruppare i principali concetti che divulghiamo durante gli incontri con genitori ed insegnanti che proponiamo.

Mettiamo a disposizione questo PDF.

Dentro ci saranno anche alcuni video che proiettiamo durante gli incontri.

SI RICHIAMA TUTTI GLI UTENTI ALLA MASSIMA CONDIVISIONE!!! TUTTO QUELLO CHE LEGGERETE E’ UN GRANDE SFORZO CHE IL NOSTRO GRUPPO HA FATTO METTENDO IN CAMPO PROGRAMMATORI, WEBMASTER, SISTEMISTI, PEDAGOGISTI. GRAZIE PER IL VOSTRO CONTRIBUTO.

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Wanking simulation videogioco porno/violento….. indignazione o promozione?

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Salve a tutti,

la piattaforma di videogiochi steam rilascia un gioco in versione demo dello sviluppatore polacco CiastKu.
Tgcom24 ironizza con ” progetto irriverente su cui … mettere le mani ” ” Diventerai cieco dicevano una volta i genitori “.
Perchè non c’è molto da ironizzare?
Perchè il gioco, non  è sottoposto a Pegi e con nessuna limitazione nel download.

Protagonista della trama avvincente Winston Gay, un uomo a cui il governo corrotto ha confiscato la casa dopo essere accusato di rumori molesti dai vicini mentre si dava alle sue consuete pratiche autoerotiche. Ora Winston, vuole punire coloro che gli hanno portato via la sua dimora, distruggendo tutto ciò che gli capita a tiro nella cittadina di (indovinate?) Gay Bay.
Per appagare la sua sete di vendetta e distruzione, il caro Winston dovrà sfuggire alla polizia e potrà procurarsi piacere fino allo stremo dopo le sue scorribande, finendo per essere ricompensato anche con una serie di superpoteri quali il teletrasporto, una pistola nelle mutande e riuscire a ridurre la gravità.

Perchè scriviamo indignazione o promozione?
Perchè sono moltissimi i giochi a sfondo sessuale e/o criminale ai quali i nostri figli hanno accesso e sembra inutile scandalizzarsi per un gioco, in versione demo, cioè un’anteprima con magari solo uno schema….per questo sa di piu’ di promozione….

Qui il trailer video ufficiale del gioco:

 

 

Svariati sono i titoli per adulti, e noi, tutto sommato non siamo contrari, anche se un matto che si masturba ed entra in una chiesa è alquanto discutibile….
Ma non vogliamo creare un caso per il gioco sopra citato, ma evidenziare che sono molti i titoli…..

 

 

Ci chiediamo spesso se questa non è una guerra persa…. come mai voi che leggete non condividete l’articolo con persone che conoscete e che sapete avere bambini in rete e videogiocatori.

PER LA LEGGE ITALIANA PRIMA DEI 14 ANNI NON E’ POSSIBILE ACCETTARE LA NORMATIVA SULLA PRIVACY, QUESTO VUOL DIRE CHE SENZA UN PARENTAL CONTROL SUL DISPOSITIVO UN BAMBINO NON PUO’ AVERE UNA MAIL E DI CONSEGUENZA NON PUO? AVERE UN CELLULARE!!!

Abbiamo un canale telegram https://t.me/sicurezzaminori  dove potete far iscrivere tutti i genitori che volete…
Abbiamo una pagina facebook

andateci, condividetela, mettete mi piace…..siate attivi in questa lotta all’informazione….

Ragazzini adescati in rete con la chat Fortnite.

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Chat e videogames a rischio, il pericolo per i ragazzi arriva dal web. Una connessione a internet veloce, una consolle di ultima generazione o un pc, un videogioco in multiplayer e una cuffia dotata di microfono: è il kit che molti ragazzi e bambini utilizzano abitualmente per giocare on line, ma anche il materiale trovato al 28enne arrestato in Sardegna dagli agenti del compartimento della polizia postale per detenzione di materiale pedopornografico, adescamento di minorenni e pornografia minorile.

La chat di Fortnite (ma non si può escludere che il giovane “operasse” anche in altre chat) sarebbe stata usata dal 28enne per contattare i bambini. Una delle tre vittime, infatti, ha ricevuto dall’arrestato in regalo una ricarica per acquistare una skin per Fortnite e in cambio, probabilmente ha dovuto inviare foto o video nudo.

La skin è un aggiornamento del gioco che permette di migliorare sia l’aspetto fisico che le dotazioni del personaggio scelto come avatar. È grazie a queste skin che i giocatori riescono ad avanzare nel gioco, superare le missioni e avanzare nelle stagioni. Proprio sul caso della ricarica fatta all’ultima vittima gli specialisti della polizia postale stanno ancora lavorando per verificare se e quanti video o foto il bambino abbia inviato.

Di sicuro le altre due vittime sono state più volte contattate dal 28enne. A casa del giovane cagliaritano sono stati sequestrati pc, telefonini e supporti informatici. All’interno sono stati trovati 24 video chat delle due vittime. Filmati in cui i bambini si denudavano come richiesto dal 28enne.

Nei supporti informatici è stato trovato anche altro materiale: video e foto di violenze e torture su bambini. L’arrestato ha dichiarato di aver recuperato i video nel deep web, internet sommerso non indicizzato nei motori di ricerca. Su questo elemento sono in corso ulteriori accertamenti per verificare le sue dichiarazioni. Come sono in corso le indagini per verificare se ci siano altri bambini contattati dall’arrestato.

Dopo aver fatto amicizia con i minorenni durante le partite online con la consolle, il 28enne si faceva dare i loro numeri di telefono e li chiamava. In diverse occasioni, spacciandosi una volta per 16enne e una volta per un bambino di 9 anni, è entrato in chat di gruppo di Whatsapp allargando la possibilità di trovare nuove “prede”. Bisognerà attendere l’analisi di tutti i supporti informatici sequestrati al giovane, ma anche sulle memorie dei telefonini dei bambini per avere un quadro completo della situazione.

Un caso, l’ennesimo, che dive diventare inevitabilmente un monito per le famiglie a non lasciare i bambini da soli a giocare con le consolle collegate a internet, soprattutto di notte. I videogiochi possono infatti diventare un canale per chi cerca di adescare ragazzini. I genitori devono quindi sempre controllare con chi giocano i propri figli, invitandoli a non entrare in contatto con estranei o, comunque, persone più grandi di età (anche se via internet è molto facile e frequente mentire sull’età) ed esterne alle loro abituali cerchie di amicizie.

fonte

Gioco d’azzardo: attenzione ai minori e al ‘ticket redemption’

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Non solo gli adulti, ma anche i più piccoli sono a rischio dipendenza dal gioco d’azzardo. A rivelarlo è l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che oggi ha presentato la ricerca della Caritas di Roma su adolescenti e gioco d’azzardo.

Tra le cause principali che avvicinano i minorenni, tra i 13 e i 17 anni, al gioco d’azzardo ci sono app e siti dedicati, facilmente accessibili dai più giovani. Proprio per riconoscere e gestire il problema della dipendenza, l’Ospedale ha redatto una guida utile soprattutto a genitori ed insegnanti che “spesso non sono in grado di riconoscere i segnali lanciati dai giovani a rischio”. Ma non solo, per ricevere il sostegno e l’aiuto degli specialisti di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù è attivo un indirizzo e-mail dedicato: iogioco@opbg.net. Come le altre dipendenze, anche quella da gioco è caratterizzata da quattro elementi ricorrenti: il craving (il desiderio improvviso e incontrollabile di giocare), l’astinenza, l’assuefazione ed il gambling, ovvero la tendenza a sovrastimare la propria abilità di calcolo delle probabilità e a sottostimare l’esborso economico che porterà ad una vincita. La dipendenza da gioco d’azzardo – spiegano gli specialisti del Bambino Gesù – deriva da una complessa interazione tra fattori biologici, psicologici e ambientali che varia da persona a persona. Dal punto d

i vista biologico, nei giocatori d’azzardo i circuiti cerebrali che guidano il comportamento subiscono una sorta di “inganno”, iniziando a rispondere come se l’azione del gioco fosse necessaria alla sopravvivenza. Il tratto psicologico che maggiormente predispone allo sviluppo delle dipendenze è la scarsa capacità di autocontrollo (caratteristica distintiva dell’adolescenza), mentre i principali fattori di rischio ambientali sono rappresentati dal contesto socio-economico in cui i ragazzi vivono, dall’esposizione a eventi stressanti e dalla familiarità con le dipendenze e con altre patologie psichiatriche.

Fondamentale per poter prevenire il fenomeno è il ruolo della famiglia e della scuola. Genitori e insegnanti dovranno essere in grado di carpire i segnali di una possibile dipendenza, come il continuo interesse per il gioco, le ridotte capacità di controllo, il disinteresse per lo studio, il calo del rendimento scolastico o la presenza di ansia, irritabilità, o aggressività. Per affrontare il problema – spiegano gli specialisti -, “genitori e insegnanti dovranno informare e sensibilizzare i ragazzi rispetto al fenomeno, aiutandoli a comprendere i pericoli, anche molto gravi, della dipendenza, ma senza utilizzare toni proibizionistici e giudicanti”. Uscire dal vortice del gioco d’azzardo comunque si può. Spesso con percorsi terapeutici molto lunghi e complessi, basati su incontri di psicoterapia individuali, familiari o di gruppo.

Link ad articoli correlati di testate giornalistiche:

il fatto quotidiano

la stampa

 

Inchiesta delle Iene

Videogiochi vietati ai minori di

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Che cos’è il PEGI?

Il sistema di classificazione in base all’età PEGI (Pan-European Game Information – Informazioni paneuropee sui giochi) aiuta i genitori europei a prendere decisioni informate sull’acquisto di videogiochi. È stato lanciato nella primavera del 2003 e ha sostituito le classificazioni in base all’età esistenti in alcuni paesi con un sistema unico usato ora in 30 Paesi europei (Austria, Danimarca, Ungheria, Lettonia, Norvegia, Slovenia, Belgio, Estonia, Islanda, Lituania, Polonia, Spagna, Bulgaria, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Svezia, Cipro, Francia, Israele, Malta, Romania, Svizzera, Repubblica ceca, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Repubblica slovacca e Regno Unito).

Il sistema riceve il supporto dei principali produttori di console, tra cui Sony, Microsoft e Nintendo, oltre che degli editori e degli sviluppatori di giochi interattivi di tutta Europa. Il sistema di classificazione in base all’età è stato creato dall’ISFE (International Software Federation of Europe – Federazione europea del software interattivo).

Qual è il significato delle classificazioni?
Le classificazioni PEGI sono riportate sul fronte e sul retro delle confezioni e indicano una delle seguenti età: 3, 7, 12, 16 e 18. Esse rappresentano un’indicazione affidabile sull’adeguatezza del contenuto del gioco in termini di protezione dei minori. La classificazione in base all’età non tiene conto del livello di difficoltà o delle abilità necessarie per utilizzare quel determinato gioco.
PEGI 3
Il contenuto dei giochi a cui è assegnata questa classificazione è ritenuto adatto a tutti i gruppi di età. Essi possono contenere violenza se inserita in un contesto comico (come le forme di violenza da cartoni animati tipiche di Bugs Bunny o Tom & Jerry). Il bambino non deve associare i personaggi presenti sullo schermo a personaggi della vita reale; essi devono essere totalmente di fantasia. Il gioco non deve contenere rumori o immagini che possano spaventare o impaurire i bambini piccoli. Non devono essere presenti espressioni volgari.
PEGI 7
I giochi che sarebbero classificati come 3 ma che contengono scene o rumori che potrebbero spaventare, possono essere considerati adatti per questa categoria.
PEGI 12
In questo gruppo di età rientrano i videogiochi che mostrano violenza leggermente più esplicita rivolta a personaggi di fantasia e/o violenza non esplicita rivolta a personaggi dall’aspetto umano o ad animali riconoscibili nonché i videogiochi che mostrano scene di nudo leggermente più esplicite. Le espressioni volgari non devono essere forti e non devono contenere imprecazioni a sfondo sessuale.
PEGI 16
Questa classificazione si applica quando la violenza (o l’attività sessuale) descritta raggiunge un livello simile a quello presente nella vita reale. I ragazzi di questo gruppo di età devono essere anche in grado di gestire un linguaggio molto più scurrile, il concetto dell’uso del tabacco e delle droghe e la descrizione di attività criminali.
PEGI 18
La classificazione per soli adulti si applica quando la violenza raggiunge un livello tale da diventare rappresentazione di violenza grave e/o da includere elementi di tipi specifici di violenza. La violenza grave è molto difficile da definire in quanto può spesso essere molto soggettiva, ma in termini generali la si può classificare come la rappresentazione di un tipo di violenza che farebbe provare a chi la vede un sentimento di repulsione.
I descrittori presenti sul retro della confezione indicano i motivi principali per cui un gioco è stato classificato in un determinato modo. Vi sono otto descrittori: violenza, linguaggio scurrile, paura, droga, sesso, discriminazione, gioco d’azzardo e gioco on line con altre persone.
Linguaggio scurrile
Gioco che contiene espressioni volgari
Discriminazione
Gioco che contiene scene di discriminazione o materiale che possa incoraggiarla
Droghe
Gioco che fa riferimento a o rappresenta l’uso di droghe
Paura
Gioco che può allarmare o spaventare i bambini
Gioco d’azzardo
Gioco che incoraggia o insegna a giocare d’azzardo
Sesso
Gioco che contiene scene di nudo e/o comportamenti sessuali o riferimenti sessuali
Violenza
Gioco che contiene scene di violenza
Online
Game can be played online
Etichetta PEGI OK
tutte le etichette le trovate qui: https://pegi.info/it/

Molti siti web e servizi on line contengono piccoli giochi; l’etichetta PEGI OK è stata creata per questo settore in rapida espansione. Quando a un piccolo gioco on line su un sito web viene attribuita l’etichetta “PEGI OK”, significa che il gioco può essere utilizzato senza problemi da giocatori di tutte le età, in quanto non contiene nulla di potenzialmente inadatto a determinati giocatori.

Etichetta PEGI OK:

Al gestore di un sito web o di un portale dedicato ai giochi è concesso l’uso dell’etichetta PEGI OK in base a una dichiarazione fatta a PEGI che il gioco non contiene alcun materiale che richieda una classificazione formale.
Per essere idoneo all’etichetta PEGI OK un gioco NON deve contenere nessuno dei seguenti elementi:
violenza
attività sessuali o allusioni sessuali
scene di nudo
linguaggio scurrile
gioco d’azzardo
promozione o uso di droghe
promozione di alcool o tabacco
scene spaventose
Se il gioco contiene tali elementi, esso deve essere classificato in base all’età mediante il sistema di classificazione PEGI standard. Il gioco riceve in tal caso una normale classificazione PEGI (3, 7, 12, 16 o 18), costituita da un’etichetta di classificazione in base all’età e dai descrittori di contenuto. Ciò è valido anche nel caso in cui il gioco occasionale possa essere scaricato sul computer di un cliente.
Titolare e amministratori
ISFE

Il sistema PEGI è stato creato da e appartiene all’ISFE (Interactive Software Federations of Europe), che ha sede in Belgio. L’ISFE è stata creata nel 1998 per rappresentare gli interessi del settore del software interattivo nei confronti dell’Unione europea e delle istituzioni internazionali. L’ISFE ha affidato la gestione quotidiana e lo sviluppo del sistema a un ente indipendente chiamato PEGI S.A.; si tratta di un’organizzazione non-profit a scopo sociale.

Per maggiori informazioni: www.isfe.eu

NICAM

Il NICAM (Netherlands Institute for the Classification of Audiovisual Media – Istituto olandese per la classificazione dei mezzi audiovisivi) è uno dei due enti indipendenti che amministrano il sistema per conto di PEGI. Tra i compiti del NICAM vi è la verifica che i giochi 3 e 7 seguano i criteri PEGI, la formazione, l’archiviazione dei giochi PEGI e la concessione di licenze PEGI.

Per maggiori informazioni: www.nicam.cc

VSC

Il Video Standards Council (Consiglio per le norme video) è il secondo amministratore del PEGI e ha sede nel Regno Unito. Il VSC verifica che i giochi rivolti a età superiori, classificati come 12, 16 e 18 seguano i criteri PEGI. Il VSC è stato creato come ente non-profit con lo scopo di sviluppare e controllare un Codice di condotta progettato per promuovere standard elevati nell’ambito delle industrie di videogiochi e giochi per computer. I membri del VSC appartengono a tutti i settori di questa industria e, per quanto riguarda i rivenditori, rappresentano oltre 10.000 punti vendita in tutto il Regno Unito.

Per maggiori informazioni: www.videostandards.org.uk